ZI11011008 - 10/01/2011
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I cattolici e il Risorgimento
Una nostra e un saggio del Centro Culturale Cattolico San Benedetto
di Antonio Gaspari
ROMA, lunedì, 10 gennaio 2011 (ZENIT.org).- Tra le tante iniziative culturali e celebrative per i 150 anni dell’Unità d’Italia spicca l’originalità della mostra e relativo saggio illustrativo, titolata “L’Unità D’Italia. Una storia di persone e di fede” (http://unitaditalia-cccsbenedetto.blogspot.com/) promossa e organizzata dal Centro Culturale Cattolico San Benedetto, dalla Casa Editrice Ancora e dalla Fondazione Colombo.
Luca e Paolo Tanduo che del Centro sono i tra i fondatori hanno spiegato: “Nella mostra abbiamo raccontato la storia dell’Unità d'Italia attraverso le diverse componenti del pensiero cattolico del tempo, personalità politiche, filosofi, economisti, giornalisti, sacerdoti, papi, beati e santi che hanno messo a servizio dell'Italia”.
“In una situazione difficile e contrastata - hanno aggiunto -, la loro cultura, le loro idee innovative e che hanno dato vita all'impegno di molti per costruire una società migliore senza rinunciare alla propria specificità, dando un notevole contributo dal punto di vista politico, economico, culturale e sociale”.
L’originalità dell’iniziativa è quella di non appiattirsi sui soliti luoghi comuni che indicano nelle posizioni anticattoliche di Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini le ragioni del Risorgimento, bensì nel cercare di analizzare un vasto mondo culturale, di formazione liberale e cattolica, strettamente connesso con la borghesia illuminata e con i patrioti che combatterono per liberare l’Italia.
E così si scoprono e vengono raccontate le storie di personaggi notevoli, quali lo scrittore e filosofo Niccolò Tommaseo, autore di uno dei Primi dizionario della Lingua Italiana; dello storico, letterato e politico Cesare Cantù che pubblicò una “Storia universale”; di Vincenzo Gioberti, sacerdote, filosofo e politico, autore del saggio sul “Primato morale e civile degli italiani”; di Cesare Balbo che scrisse “Le speranze dell’Italia”; di Massimo Taparelli D’Azeglio che fu presidente del Consiglio nel 1849; e di suo fratello il padre gesuita Luigi Taparelli D’Azeglio, il cui nome originario era Prospero, cofondatore insieme a Carlo Maria Curci de “La civiltà Cattolica”.
Ed ancora, la mostra illustra idee, propositi e progetti di Bettino Ricasoli che in qualità di Primo Ministro nel 1866 propose una intesa che prevedeva una rinuncia da parte del nascente Stato italiano dei beni ecclesiastici sottratti agli ordini religiosi e concessioni in materia di libertà religiosa.
Una particolare attenzione la mostra la dedica a due personaggi di assoluto rilievo nazionale e internazionale e cioè Alessandro Manzoni e il beato Antonio Rosmini.
Lo scrittore Alessandreo Manzoni combattè per l’Unità d’Italia con lo strumento che gli era più congeniale e cioè la letteratura, mentre il beato Antonio Rosmini propose e lavorò per la realizzazione di un Federazione di Stati Italiani presieduta dal Pontefice Pio IX.
Secondo Manzoni, Rosmini “è una delle sei o sette intelligenze che più onorano l’umanità”.
Già citato nell’enciclica Fides et ratio, Rosmini è secondo il pontefice Benedetto XVI “grande figura di sacerdote e illustre uomo di cultura (…) testimoniò la virtù della carità in tutte le sue dimensioni, ma ciò che lo rese maggiormente noto fu il generoso impegno per quella che egli chiamava “carità intellettuale”, vale a dire la riconciliazione della ragione con la fede”.
Rilievo notevole è dedicato anche alle figure del beato pontefice Pio IX e di San Giovanni Bosco, due personaggi di notevole spessore umano, culturale e sociale di quegli anni.
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